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Visualizzazione dei post da 2011

cum-munire

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"Se un leone potesse parlare, non lo capiremmo comunque." (Ludwig Wittgenstein)

finiti e infiniti..

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Quanto siamo infossati, incubati nei gusci fragili che ci costruiamo intorno. E poi parliamo con noi stessi, interrogandoci sulla ricerca di quell'ottava nota che mai suoniamo per riconciliarci. Ah quanti affanni, e quanti inutili problemi ci servono ogni giorno per sentirci vivi, per sentirci conformati e appartenenti alla realtà che noi stessi alimentiamo. Se solo avessi capacità di trasmettere la finita gioia che si può provare nell'esercitare l'arte del "creare", ... che per sua stessa definizione è singolare e non trasferibile, perché verrebbe meno l'opera singola dell'individuo; ... sarebbe una copia, come ogni altra azione quotidiana, non già nostra ma fatta nostra dall'altrui esempio. Se collochiamo l'intera era del mondo in un quadrante di 24 ore, troveremmo che a 45 minuti dalla nascita dell'universo si sono estinti i dinosauri, a 50 minuti l'inizio della vita dell'Uomo Sapiens, a 58 minuti le imprese rom

sogna, ragazzo sogna..

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Ci sono momenti in cui la rassegnazione sembra l'unica attrice della nostra recita: il mondo non si cambia, ogni persona è vittima senza saperlo, nella migliore delle ipotesi, sapendolo, nella peggiore.. Non è sempre così però, non sempre la ragione è nelle mani dei più forti, nelle parole di grida di più, dietro la paura di chi sussurra piano ed ha imparato a tacere per andare avanti. Ogni anno che passa ci insegna qualcosa e in ogni pensiero, anche nello stesso, c'è qualcosa di nuovo, da qui è sempre possibile ripartire. Non si nasconde quello che si vuole davvero e accanto ad ognuno di noi c'è sempre una strada nuova da provare.. Basta iniziare a scegliere, provando a guardare quello che si vede solo ad occhi chiusi.. E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la notte; ma non è vero, ragazzo, che la ragione sta sempre col più forte io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero, e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo. Chiudi gli occ

un passo indietro..

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 ..per tutte le volte in cui mi nascodevo, per quelle in cui mi sentivo sicuro, per altre in cui non riuscivo a raccontarmi, tornerei indietro per riprovare tutto e chiederti di te, per scoprire forse che ogni cosa va un po' da sola e un po' con me, che quella felicità è sempre più avanti di noi, ..o più indietro. Se tutti quei momenti fossero qui adesso non avrei parole né voglia di parlare, né voglia di accorgermi che li tengo già tutti con me.. " Oggi non so mai cosa fai là fuori e ci vivo male con i mie pensieri piano piano te ne vai e non so raggiungerti Io misuro il mondo con un altro metro tu vai solo avanti, io rimango indietro cosa chiedono i figli la felicità senza fare sforzi o la libertà di essere diversi ma qualunque cosa sia ve ne andrete sempre via So che non è facile imparare a vivere ma tu non mi lasci mai tempo di conoscerti " [Figli - Pooh]

auguri per la pasqua che incombe

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La pasqua è una festa un po’ strana, forse perché i “laici” (compresi tutti quelli che non digiunano) ci arrivano con un po’ di stanchezza, guardando all’estate ma con un po’ di paura di perdere il bello della stagione in corso, troppo veloce per quanto colorata e desiderata. Il mio augurio è di sfruttare al meglio questa festa, staccando ogni laccio della tradizione e rivedendo tutto quello che ci sta dietro. Tutto quello che non sempre ci aiuta ad archiviare il malessere di una leggerezza che da dietro le quinte fa di tutto per non liberarci la testa, spiritelli onniscienti religiosi per primi. Ho provato ad immaginare un mondo senza religione e volete sapere cosa ne penso? Sarà improbabile per l’uomo ma è bellissimo. L’uomo in carne ed ossa al centro e non il dio di chi vuole muoverci, con le abominevoli assurdità che comporta. Siamo fragili, e allora? Noi non risorgiamo ma viviamo, viviamo di emozioni e dolori, di affetti e sogni, ma tutto deve rientrare nel nostro mondo

primo aprile

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Il primo aprile è stato e sarà sempre un giorno speciale. Non sei andata via davvero perché continuo a ritrovarti in ogni primavera, in ogni ciclamino che si riapre e che mi parla di te, senza mai guardarsi indietro, come ogni pensiero che ti riporta qui.

voglia di libertà..

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Non è giusto doversi inchinare ai sogni, e non serve a sentirsi più liberi. I sogni dovrebbero anticiparci, farsi vedere, ispirarci, accompagnarci. Eppure, anche quelli più belli, non riescono ad essere ancora autentici, alcuni per paura, altri per follia, la follia di non essere mai reali, mai vicini, mai razionali e possibili. Stiamo provando ad interpretare i sogni delle rivolte, i sogni di ogni persona che cerca di star meglio senza dover subire umiliazioni, scontate per qualcuno, inaccettabili per altri. Il problema è che non ce n'è per tutti.. Tutti lo sanno, nessuno ha la forza o la volontà per dirlo al mondo. Da qui partono le radici di tante filosofie, quella che confida nell'ingegno umano e quella che vede la fine di tutto a meno di una reale e giusta decrescita. Apriamo da qui un piccolo spiraglio nella confusione che ci ammorbidisce il pensiero e rovesciamo tutto al contrario, proviamoci. Essere in tanti significa abituarci a dividere, giustificare la naturale limit

8 marzo

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  Il valore dell'8 marzo è in tutti i giorni.. In tutti quelli che vivono di complicità e non  di competizione, in tutti quelli che non vedono differenze ma solo qualità da riconoscere e apprezzare insieme, per migliorare, per andare avanti. Immagino, sognandolo, un mondo sempre più per tutti e il mio augurio è che ogni donna, insieme ad ogni uomo, non si arrenda ad un mondo di regole stupide, guerrafondaie, irrispettose dei più deboli ma riverenti ai forti..

un anno ancora nuovo

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Il mio anno nuovo è nato al centro di Roma, pieno di persone, folla, rumori.. Chissà se i botti, più o meno disordinati, chiedevano davvero di cambiare, spingevano a pensare o solo a nascondersi un po' tra la gente e noi stessi. So che a volte nascondersi è un rimedio, una cura per cambiare un stato d'animo senza competere con noi, con quello che siamo o che crediamo di essere. Per questo siamo a Roma, per questo amiamo la folla, il traffico e i rumori di questa città , per questo ci spaventiamo nel sentirci sempre a metà, tra un desiderio di evasione e una paura di non saper star fuori. Pensavo ad un grembo, pieno di confusione, pieno di rumori e odori diversi, pieno di colori a metà tra il grigio e il neon dei negozi. Chi vuole fuggire dal grembo, chi vuole uscire allo scoperto per accettare di non essere sicuri di niente, di essere più fragili di quello che pensiamo. Allora è meglio restare nascosti tra tanta gente e tante cose, tanti rumori e confusioni che ci disorientano,