Wechat vs Whatsapp

Diverse sono le sfide che si sono aperte in questa estate, battaglie alla ricerca di utenti, nel tentativo di imporre il miglior sistema alternativo agli sms: quello con più iscritti, quello che potrà tentare di imporsi come uno "standard". 
La domanda è, chi diventerà lo standard, il servizio più diffuso, sarà quello con la qualità più elevata? O quello che, più semplicemente, riuscirà ad imporsi con più account, più iscritti, più utilizzatori? La seconda, direbbe qualcuno..

Whatsapp è stato il primo (a livello di diffusione tra i 'non addetti', tra i possessori di smartphone) ad essere apprezzato per la sua semplicità, il suo saper essere alternativo agli sms, innovativo, 'sbadatamente' inserito tra i cassetti delle app "gratuite". Una chat per gli smartphone, una chat semplice, che si 'nasconde' silenziosa tra le applicazioni in background e che ci offre uno strumento in più per condividere e per messaggiare ai nostri contatti, sempre più numerosi con un tam tam fatto di passaparola e di consigli.. "provalo dai", "ti troverai benissimo e potrai messaggiare quanto vuoi", "non potrai più farne a meno". Invero potremmo rilevare che le chat c'erano anche prima, molto prima, quello che le limitava, almeno nei paesi solo parzialmente "connessi", era la rete; pochi infatti erano i telefoni in rete e il sogno che tutti i nostri amici lo fossero era in corso d'opera, lo è ancora, ma ha fatto qualche grande passo avanti.
In realtà dovremmo ricordare che le alternative non erano poche, ma, si sa, quello che piace di più vince, quello che riesce ad accattivare, ad assorbire attenzione e ad aggiungere un valore trasversale multipiattaforma incide sui grandi numeri. 
Questa estate però è sceso in campo un nuovo 'big', un avversario grande e grosso, sconosciuto dalle nostre parti solo perché leader in una zona diversa, con molta esperienza e senza alcun timore nel battersi alla pari..: signore e signori, è arrivato Wechat!!
Ed è arrivato anche da noi ben preparato a colpi di pubblicità, con un testimonial di rilievo, il calciatore Messi, e con un tam tam di spot davvero intenso, dalla tv ai canali social. In poco tempo si è ritagliato una fetta importante di utenze, alcune impaurite della trasformazione di Whtasapp da app 'gratuita' ad app a pagamento, altre attratte da una serie di funzioni, superflue forse, ma che arricchiscono di aspettative il nuovo arrivato. Ma oltre l'essere gratuito, cosa ha in più? Funzioni come i messaggi audio (ora presenti anche nell'altro), le videochiamate, la web-chat (da non sottovalutare), alcune possibilità di gioco con i messaggi, come la bottiglia o la funzione 'agita' per contattare chi fa lo stesso, uno spazio-social per condividere foto e "momenti" con i nostri contatti, un codice QR da poter far scannerizzare per mettersi in contatto con noi. Molte altre caratteristiche sono comuni ai concorrenti (ma qui ne stiamo prendendo in causa solo uno), come la chat di gruppo o la possibilità di trovare i contatti mediante la nostra rubrica.
Tutto, finora, semplice e abbastanza chiaro.. Le innovazioni nel secondo ci sono, ma vanno in contrasto con il ruolo diretto alla messaggistica "semplice" del primo. Semplicità contro una molteplicità di funzioni, più a buon mercato, libere per l'accesso a tutti e, in definitiva, con un consumo di batteria e risorse analogo.
Un altro aspetto che si ritrova vincente, e vale per tutti i primi arrivati, è la naturale difficoltà, per gruppi e cerchie già formati di cambiare. Le tecnologie, tutte le tecnologie, portano con sé un'apparente contraddizione: stimolo al nuovo, a soluzioni nuove e a cambiamenti continui, e paura di dover cambiare, di dover apprendere un sistema diverso da quello a cui eravamo abituati. Se ce ne fosse uno solo, forse non dovremmo far fatica, sceglieremmo quello, ma con tanti, non potremo che assistere ad un adeguamento lento a sistemi diversi che inizieranno battaglie sempre più eclatanti per alzare, o mantenere, le proprie fette di utenza. Un vantaggio per tutti noi, o forse solo la molla per andare avanti in un sistema più aperto e partecipato.
Concludo commentando due obiezioni che ricorrono spesso, una relativa all'aspetto della privacy, l'altra relativa al costo di whatsapp. Per il primo punto vorrei evidenziare alcune contraddizioni, e cercherò di banalizzare per farmi comprendere, perdonatemi; la privacy per come la immaginiamo, termine vago che dice ben poco nel mondo della connessione costante, dei social e delle app in cui si autorizzano accessi e posizioni, foto e dati, non sempre solo nostri, indirizzi e accessi alle rubriche e alle chiamate, semplicemente non ha senso. Alla semplicità di 'entrata' nelle nuove app, non corrisponde mai, fateci caso, una complementare semplicità di 'uscita'.. Se una cosa è gratis significa che il prodotto sei tu, si dice spesso, bé questo non vorrei accettarlo, in nome di una vaga speranza di sistemi aperti e in nome di una più ragionevole possibilità di flessibilità, di apertura e di fuga per scelta verso nuove soluzioni. Più che legittima a mio avviso. Sul costo di whatsapp riporto il commento, banale e superficiale a mio avviso, che sento spesso dire: meno di un euro, che vuoi che sia... Provo a rispondere allora: se è così per qualcuno, non altrettanto per chi, per vari motivi, aveva frainteso, trovando l'app tra quelle gratuite, che non avrebbe mai pagato, oppure, più semplicemente, ha problemi ad operare per il pagamento via carta di credito. Un errore o una presunzione da parte di chi si pensava il primo e unico servizio? Ma avrebbe avuto lo stesso appeal, la stessa diffusione, se l'avessimo trovata tra le app a pagamento, invece che tra quelle free? Staremo a vedere cosa succederà! Certo i concorrenti non staranno a guardare e, ce lo auguriamo, anche gli utenti..

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