ipocritamente..


Immaginiamo una rivoluzione al contrario, un nuovo modo per rendere inutile la partecipazione: girando le spalle ai problemi e facendo finta di non vedere lo sporco, tanto qualcuno pulirà per noi..
Se la democrazia coincide con la partecipazione (naturalmente di chi può permetterselo, gli altri devono pensare alla sopravvivenza) l'ipocrisia è l'antidoto allo sconforto del restare fermi, arroccati sui privilegi, incapaci di accorgersi dei confini di ogni ragionamento, anche il più acuto non ha armi contro. Ma facciamo un passo indietro, tiriamo fuori dall'armadio Aristotele, che peraltro ci è sempre stato un po' stretto, e proviamo a vedere quanto il suo ragionamento per la dimostrazione della verità sia diventata un fulcro per, guarda un po' che strano, la monipolazione delle "opinioni pubbliche" o, in altri termini, per la persuasione (subliminale) delle coscienze. Niente di strano direte voi, e a buona ragione, da millenni le coscienze sono solo lavagne vuote dove chi ha gli strumenti giusti ci scrive sopra qualsiasi credo, qualsiasi convinzione.
Prendo spunto da un bellissimo articolo dal titolo "il sillogismo impuro, l'arma più potente della persuasione" (ikaro.net) per una riflessione sulle quantità industriali dei messaggi che ormai banalmente i giornalai ci invitano a digerire illudendoci di essere noi a tirare le conclusioni. Riflettiamo su questo:
1) premessa maggiore; 2) premessa minore; 3) conclusione.
..in pratica:
1) criminali hanno recentemente commesso atti di violenza;
2) i criminali arrestati sono stranieri;
3) gli stranieri sono criminali.
Non vi sembra tutto troppo facile? Ok, torniamo al primo livello.. Pensiamo, che ne so, ai casi di pedofilia con protagonisti rappresentanti della chiesa, accaduti e riportati dai giornali americani e europei: potremmo dire forse, visto il contesto, visto che i reati sono stati commessi da preti.., boh, fate voi!!

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