stasera ho sonno..


Quando le cose che fai sono troppe devi rallentare un po'. Sbagli, salti, rischi, scambi, inciampi.. insomma, qualsiasi cosa rischia di venir fatta male. Vale per il lavoro, vale per la vita, vale per ogni cosa che non riceve le giuste attenzioni. Mi viene in mente che senza la passione le cose non verranno mai bene, senza che ci si metta un po' di cuore, senza che ci si metta un po' di emozione; poi si può essere pure frettolosi, superficiali però no, mai.
Stavolta più che il buongionro ci metto la mia voglia di riposarmi qui, di staccare la spina e lasciare tutte le cose e i progetti un po' sotto il cuscino, anzi, direi fuori dalla stanza.. Il cuscino è tutto per me ora e per i sogni, quelli veri, quelli che arrivano senza che ci stai a perder tempo sopra, a romanzarci con troppe filosofie.. Oggi è stata una giornata pesante, piena al punto di essere quasi inutile e controproducente; allora mi sono concentrato sull'idea di un prato, grande, verde, alberato, fresco, pieno di vita e di gente controluce, di gente allegra, come se fosse una domenica mattina di primavera, come se fosse il momento per ricominciare, il momento per riprendere in mano quel sorriso che manca quando dovrebbe esserci, che manca quando non sei capace di ritirarlo fuori. E se ripartissimo da qui? Per un giorno, e anche di più, i progetti possono farci da cuscino, i sogni scritti e un po' filosofi possono aspettare, ci tradiscono troppe volte camuffandosi da ideali che non arrivano. Per una volta possiamo riprendere la corsa da noi, dalle cose che ci sono intorno, da un sorriso vero in più, forse piccolo, ma tutto per noi e per chi saprà condividerlo. Notte.

Commenti

ale ha detto…
rallentare fa bene, è naturale e doveroso quando senti che la mente si è ingolfata di pensieri e il corpo non la segue più. io personalmente mi ritaglio dei momenti di solitudine e di pace quando avverto il segnale di allarme della troppa stanchezza, perchè so che diventerei irritabile con gli altri. me ne sto per conto mio, riposo il cervello con il silenzio o la buona musica o vado al cinema: nella sala buia posso lasciar andare le emozioni senza dovermi giustificare con nessuno. a volte è difficile arrivare alla fine di certe giornate...per svariati motivi. credo sia importante pensare che passerà, perchè passa tutto, la noia, il disappunto, il dolore, la delusione, la stanchezza, ecc. non si ha voglia di niente in quei momenti, anzi forse si ha voglia di una cosa o persona particolare che non c'è...allora è bene non aggrapparsi a ciò che manca quando si è in esaurimento scorte di energia: meglio distrarsi con cose piacevoli. ci sono persone che scaricano lo stress e la demotivazione momentanea con la compagnia, io no. ci ho provato, e alcune volte gli amici e la confusione mi sono stati utili, ma ultimamente ho capito che da sola me la cavo meglio, se non altro il malumore non lo deve sopportare nessuno! tu che pensi? ale
marco ha detto…
Ci sono momenti diversi e particolari.. la ricetta giusta forse non sta neanche in quella cosa o persona che manca, e forse la mancanza stessa ne è conseguenza o ne è estranea. Sono convinto che se in certi momenti un po' di confusione può aiutare, in altri serve un po' di solitudine o solo momenti per parlare con noi stessi, ascoltarci e far passare quella sensazione di vuoto da sola. Chi ci vuole bene lo capisce e sa condividere con noi quei momenti, anche solo aspettandoci, o in altri casi, spingendoci prepotentemente avanti. In ogni caso, le emozioni fanno i loro passaggi e seguono le loro strade senza chiederci pareri. Ci sono giorni in cui la vita mi pare un ponte da costruire, un ponte che appare sempre incompleto, parziale, che ha bisogno di impegno e che a volte mi fa sentire stanco per proseguirlo e crederci con la passione che merita, che merito, che meritiamo..
Anonimo ha detto…
la vita va gustata attimo per attimo e soprattutto è importante apprezzarla nei momenti nei quali si avverte "disagio"...anche quelli servono ..perchè sono dei campanelli di allarme su qualcosa che dovremmo andare a guardare...non ho una ricetta facile per i momenti "no"..credo che ogni situazione sia un caso a sè... bisogna però imparare a percepire la "transitorietà del momento"...e ricordarsi che "tutto scorre"...vivere il disagio con il giusto distacco. Ben venga, quindi, qualsiasi atto d'amore verso se stessi: una passeggiata all'aria aperta, la musica e il silenzio, sfogarsi con un amico se si sente la necessità...Vi abbraccio.
ale ha detto…
cari amici, mi ha colpito il pensiero chi ci ama sa aspettare o spingerci prepotentemente avanti...nei momenti no. anche solo la presenza silenziosa fa miracoli, se c'è l'amore, l'affetto, il poter contare su. oppure, quando è il caso, una bella spinta verso la vita, verso il prender coscienza dei nostri limiti, del nostro vittimismo momentaneo che non porta a niente, se non a perseverare nella solita sofferenza. alcuni amici e alcuni maestri mi hanno dato questa spinta, proprio quando mi sentivo più vulnerabile e in diritto di piangere sulla mia sorte: una vecchia amica mi disse che non usavo la mia intelligenza per costruirmi la vita che volevo, preferivo lamentarmi delle disgrazie. un altro, mi ripeteva spesso che giustificavo sempre i miei errori (grazie tek)...e via così di seguito. lì per lì fa male, ma l'amore è verità. ma certo, non esiste una ricetta per uscire dal momento no, dipende dalle circostanze. vedere la crisi come occasione per fare luce all'interno, piuttosto che all'esterno, questa è la costante che cerco di applicare, per stare sempre meglio, per diventare la persona completa che so che posso essere. baci ale
marco ha detto…
Non c'è nessuna ricetta per superare i momenti così così e non posso non condividerlo.. O forse c'è la possibilità di saperli apprezzare perché solo quelli ci fanno vedere il valore degli altri. E la transitorietà di cui si è parlato forse è il campanello che deve ricordarci di temerli meno e accettarli di più, come parti di quelli più belli, transitori anch'essi purtroppo.. ed anche più veloci a passare, aggiungo io.
L'augurio di diventari completi lo faccio a metà, perché ogni cosa completa è una cosa che non ha più ragione di crescere, di cambiare, di ricominciare. Io mi auguro di continuare a costruire il mio ponte nel modo più sereno e vitale, col coraggio che ti fa andare avanti anche dove non sai mettere a fuoco la destinazione. È un rischio?
ale ha detto…
caro marco sai che la mi vena new age mi fa augarmi di essere completa non nel senso statico della parola, quanto piuttosto come completezza dello spirito, come realizzazione spirituale a esprimere tutte le mie possibilità ancora non evolute. e certamente questo stato dell'essere lo vedo dimanico e attivo, sempre in crescita. completezza come espansione del cuore che ha trovato il suo sentiero infinito. rischio? sì un rischio necessario e bellissimo. ale
Anonimo ha detto…
SE AFFRONTIAMO LA VITA CON FIDUCIA, CORAGGIO E CON UNO STATO VITALE ALTO..ALLORA ESSA DIVENTA UNA BELLISSIMA AVVENTURA E, SE CI PENSATE BENE, MOLTO DIVERTENTE (ANCHE DI FRONTE AI "PRESUNTI ERRORI").
IL RISCHIO C'E'! MA IO PENSO CHE, PER CHI AMA INTENSAMENTE,VALGA SEMPRE LA PENA CORRERLO...
VI OFFRO LA MIA SPALLA PER I VOSTRI MOMENTI "NO"...SO DI POTER CONTARE SULLA VOSTRA PER I MIEI...QUESTO , PER ME, E' GIA' MOLTISSIMO.
Anonimo ha detto…
L'anonimo di prima sono io!!!!

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